Il corretto conteggio della ripartizione del consumo di acqua condominiale, ai sensi del Codice Civile.

contatore divisionaleNormalmente in un condominio la ripartizione delle spese per il consumo dell'acqua è elaborata tenendo in considerazione il valore millesimale di ogni appartamento. Capita però frequentemente che vi sono richieste da parte di alcuni condomini di modificare il metodo di calcolo, magari basandosi sul numero di residenti.

Secondo il Codice Civile la ripartizione delle spese per il consumo idrico condominiale deve essere calcolata sull'effettivo consumo di ogni singola unità immobiliare. Solo in caso di una sottoscrizione da parte di tutti i condomini al momento dell'atto si può imporre una deroga alla procedura normalmente definita.

In mancanza di un contatore di sottrazione in ogni unità immobiliare, l'ideale ripartizione può essere definita in base al numero di residenti, ma questa soluzione potrebbe causare illeciti e battibecchi. Il metodo della ripartizione in base alla superficie dell'appartamento appare meno idoneo ad una spesa equa tra i condomini.

Entrambi i metodi si rivelano comunque inadeguati, in quanto nessuno sente la neccesità di risparmiare acqua poiché l'idea che emerge è che la spesa verrà ripartita da tutti.

Da queste considerazioni emerge un decreto ministeriale relativo al risparmio energetico ( D.P.C.M. 4 Marzo 1996 – Disposizioni in materia di risorse idriche – G.U. 14 Marzo 1996, n.62, S.O. ) ed idrico che impone regole precise sull'obbligo di installazione dei contatori di ripartizione in ogni singolo appartamento. Quindi tutti i proprietari possono chiedere l'installazione di questi contatori, che hanno un costo abbastanza contenuto, in ogni appartamento.